
Con l’acqua si instaura quella relazione empatica tra paziente, terapista e acqua che genera e favorisce il benessere e la cura di una serie numerosa di patologie.
La condizione di scarico ponderale che si sviluppa stando immersi in acqua concede al paziente la possibilità di riuscire a muovere l’articolazione lesa prima e con meno dolore, a differenza dell’ambiente terrestre, il quale rende molto più difficoltoso e doloroso il movimento di un qualsiasi segmento corporeo a causa delle maggiori forze di attrito e compressione che si scaricano sull’articolazione.
Il paziente, in acqua, prende coscienza delle possibilità motorie della propria articolazione, rilassando la muscolatura, non sentendo dolore e lavorando con ampiezze articolari sempre maggiori. In acqua è possibile proporre esercizi che permettano al paziente di lavorare in forma globale e simmetrica, tale da evitare quei problemi che vengono a manifestarsi negli arti o nell’emisoma sani, come sovraccarichi di lavoro e compensi posturali, che vanno a sopperire alle carenze funzionali e al dolore degli arti o dell’emisoma non sano.
La spinta idrostatica va ad alterare il sistema propriocettivo, con conseguente diminuzione del tono muscolare e facilitazione del rilassamento. La nostra esperienza nell’idrokinesiterapia ci ha permesso di dare molta importanza al rapporto del paziente con l’acqua, attraverso tutte quelle procedure che gli permettono di approcciarsi all’acqua stessa, conferendogli tranquillità, sicurezza e confidenza con il nuovo ambiente.
Il nostro scopo sarà la ricerca di un protocollo abilitativo idoneo e quindi una gamma di esercizi inerenti la patologia del paziente da trattare, al fine di recuperare al meglio, e in tempi decisamente più brevi, il trauma subito dall’articolazione in modo da tornare, al più presto possibile, ad esercitare tute quelle attività che prima del trauma la persona regolarmente effettuava durante la giornata.
Per raggiungere e progettare un intervento riabilitativo efficace in acqua sfrutteremo le proprietà dell’acqua, che sono molteplici:
livello dell’acqua: può determinare la variazione della pressione idrostatica e il galleggiamento del corpo. Si può progettare e rendere possibile, ad esempio, un recupero progressivo della deambulazione partendo dall’acqua alta in galleggiamento senza appoggio e man mano diminuire la profondità attraverso degli ausili, aumentando così il carico sulla muscolatura degli arti inferiori.
Velocità di esecuzione degli esercizi: l’acqua, infatti, consente di rallentare o accelerare l’esecuzione dei movimenti del paziente e quindi stimolare in vari modi e nel suo insieme il suo apparato locomotore.
Prese del paziente: esse sono una parte fondamentale della tecnica del terapista; infatti servono sia per assistere e trasportare in sicurezza il paziente, sia per favorire i suoi cambiamenti posturali in acqua, da prono a supino fino alla stazione eretta. Soprattutto attraverso le prese inizia e si instaura quella relazione e quella comunicazione non verbale molto intensa che è un’altra caratteristica importante della terapia in acqua.
Ausili galleggianti: il loro volume e la loro disposizione su diversi punti del corpo del paziente ci consentono di enfatizzare i principi dell’idrodinamica. L’uso di tavolette, ciambelle, tubi o altri ausili possono far aumentare la spinta di galleggiamento o diminuirla e variare l’assetto del corpo in acqua secondo le esigenze. Ad esempio possono aiutare un paziente a mantenere una posizione desiderata sostenendone una parte del corpo o, aggiungendo una forza esterna, ad affrontare attività di potenziamento. Similmente gli ausili come le tavolette, aumentando la superficie possono essere usati per aumentare la resistenza al movimento nel potenziamento muscolare o per rallentarlo, favorendo l’apprendimento e il controllo coordinativo da parte del paziente. L’ampia possibilità di scelta permette svariate soluzioni nel loro impiego. Gli attrezzi devono essere adattati alle differenti situazioni: da vincolo assoluto a stimolo propriocettivo, da resistenza a facilitazione, da stabilizzatore dell’assetto acquatico a suo destabilizzatore, da mezzo ludico a pratica efficace per specifici esercizi. Tutto questo si realizza grazie alla possibilità di variare il loro volume, la loro forma, la loro posizione e le modalità di utilizzo.
Tapis roulant e bike con nuoto controcorrente: l’ausilio di attrezzi quali bike e tapis roulant, per la riabilitazione sia di arti inferiori, sia di arti superiori, viene applicato a quei pazienti che hanno effettuato cicli di 10 sedute individuali e che necessitano di rafforzamento per il tono/trofismo muscolare per aumentare la resistenza grazie al moto del nuoto controcorrente (generato da un getto d’acqua all’interno della vasca riabilitativa). Dovendosi muovere o correre contro il verso della corrente generata dal moto dell’acqua, il paziente ha la possibilità di migliorare la capacità respiratoria e la propriocettività.