Terapia in rapporto 3/1, un fisioterapista/ 3 soci, della durata di 50 minuti, da effettuare sia nella vasca riabilitativa, sia nel percorso vascolare.
Grazie alle qualità fisiche dell’acqua (galleggiamento, pressione idrostatica e viscosità), è possibile agire su carico, riassorbimento degli edemi e rilassamento muscolare, oltre ad un’azione completa sulla resistenza opposta ai movimenti del corpo. I benefici ottenuti grazie alla terapia in acqua influiscono sui seguenti sistemi:
- muscoloscheletrico;
- cardiovascolare;
- nervoso;
- respiratorio.
Galleggiamento
Il galleggiamento (chiamato, in fisica, spinta di Archimede) rappresenta la differenza più marcata tra ambiente acquatico e ambiente terrestre, poiché permette di effettuare movimenti con carico parziale o nullo.
Diminuzione del peso
La diminuzione del peso è il primo aspetto che notiamo appena ci immergiamo: l’immersione fino alla linea ombelicale corrisponde a una diminuzione pari al 50% del peso corporeo, fino alla linea mammillare del 70%, mentre con l’acqua alla base del collo in pratica si annulla il peso corporeo. Questo permette di rendere i movimenti meno stressanti per le articolazioni, consentendo esercitazioni impensabili a secco. Per fare un esempio, in acqua possiamo chiedere di camminare a un Paziente che ancora non può sopportare il carico sugli arti inferiori a seguito di un intervento chirurgico o di un trauma.
Pressione idrostatica
La forza esercitata dall’acqua perpendicolarmente sui corpi immersi, aiuta l’allenamento della cosiddetta sensibilità propriocettiva, quel sofisticato meccanismo che informa il sistema nervoso sui movimenti che il nostro corpo sta compiendo (ad esempio velocità, direzione, forza, stato dei muscoli e dei tendini). Ciò rende l’acqua un ottimo mezzo di condizionamento aerobico, migliorando l’efficienza del sistema respiratorio e cardiovascolare.
Temperatura
La temperatura mantenuta all’interno delle vasche riabilitative (32°C°) aumenta la vascolarizzazione dei tessuti, migliorando l’ossigenazione e favorendo il recupero muscolare da stati di irritazione anche cronici. Inoltre, sfruttando i benefici del movimento a livelli diversi di temperatura, avremo grandi vantaggi anche nelle fasi di riabilitazione caratterizzate da difficoltà circolatorie dovute a una prolungata immobilità.
Viscosità
La viscosità incide sulla resistenza opposta dall’acqua ai movimenti del corpo: in ambiente acquatico, infatti, il corpo trova una resistenza proporzionale all’accelerazione con la quale si muove.
Quando sottoporsi a idrochinesiterapia
L’Idrochinesiterapia è raccomandata:
- esiti di interventi chirurgici;
- esiti di ricostruzione dei legamenti (spalla, ginocchio, caviglia);
- riparazioni tendinee;
- chirurgia del rachide (ernia del disco, stabilizzazioni, interventi per fratture vertebrali);
- esiti di fratture, distorsioni, lussazioni articolari;
- mal di schiena, sciatalgia, lombalgia;
- patologie croniche della colonna vertebrale e articolorari (artrosi, discopatie, gonalgia e coxalgia);
- osteoporosi avanzata;
- patologie infiammatorie acute;
- esiti di intervento di protesi (anca, ginocchio, spalla);
- soggetti affetti da diabete;
- soggetti che soffrono di ipertensione.
Questa terapia in acqua viene associata, spesso, alla riabilitazione a secco o utilizzata come unico trattamento. È anche indicata per svolgere esercizi in scarico parziale o totale, facilitando l’esecuzione di movimenti che a secco sarebbe difficile o impossibili da effettuare.
Chi deve sottoporsi a idrochinesiterapia
L’Idrochinesiterapia è consigliata a chi segue programmi riabilitativi in piscina, sia per quanto riguarda il recupero da patologie ortopediche, sia neurologiche.
Per quanto riguarda il primo caso, il trattamento in acqua può essere intrapreso in fase precoce, onde evitare complicanze date dall’immobilità prolungata.
Nel secondo caso, il trattamento in acqua viene adattato a quelle che sono le necessità del paziente e il lavoro da svolgere in acqua punta a migliorare equilibrio e coordinazione, riducendo anche la spasticità (aumento del tono muscolare originato da una lesione del cervello o del midollo spinale).